Salvatore Gemelli nacque ad Anoia Superiore (R.C.) il 7 settembre del 1939 e morì a Locri (R.C.) il 17 marzo del 1988, all’età ancora non compiuta di 48 anni, sconfitto in poco più di un mese da un male incurabile. Nel 1968 si laureò in Medicina e Chirurgia, presso
l’Università degli Studi di Messina, con il massimo dei voti, la lode e la pubblica-zione della tesi di laurea. Nel 1971 conseguì la specializzazione in Malattie Cardiovasco-lari a Catania e nel 1977 quella in Geriatria alla Scuola del prof. An-tonini a Firenze. Sposatosi
a Locri, con la dott.ssa Rita Placanica, a coronamento di una storia d’amore iniziata nelle aule universitarie dell’Ateneo messinese, percorse le varie tappe della carriera profes-sionale ospedaliera, divenendo prima Aiuto Geriatra (1972) e, succes-sivamente, Primario Geriatra (1980) all’Ospedale "Filippo Fimogna-ri" di Gerace (R.C.). L’apertura e l’avvio di questo ospedale, nuovo soprattutto per l’impostazione riabilitativa della sua attività, videro Salvatore Gemelli attivissimo ac-canto ai politici del luogo, primo fra tutti il sindaco
e futuro Senatore della Repubblica, dr. Giuseppe Beniamino Fimognari. Il suo impegno sociale fu non già dovere professionale, ma vocazione naturale e manifestazione di un’anima generosa. Molti sono i segni di tale presenza nella Locride e nella Calabria meridionale. Si ricordano l’organizzazione di numerosi Convegni di medicina geriatrica e di problematica sociale geriatrica, di oltre un centinaio di Conferenze, Dibattiti pubblici su argomenti sociali e culturali, Corsi di Formazione e di aggiornamento sull’Assistenza e sui Problemi degli Anziani, tra cui spicca il Corso residenziale su "Handicappati, Scuola e Servizi sociali" (Gerace, 28.11 - 2.12.1980) con la partecipa-zione dei proff. Antonini, Hugonot e Vellas, e per la cui occasione la sua Associazione, l’ A.A.d.A.H., indesse il concorso “L’anziano nella tua comunità”, al quale parteciparono oltre diecimila studenti del-le scuole di ogni ordine e grado del comprensorio locrideo, da Bova a Monasterace. Fondò l’ “Associazione Amici dell’Ospedale di Gerace” (1975), di cui fu Presidente fino al 1985, e l’ A.A.d.A.H.,
“Associazione Amici degli Anziani e degli Handicappati”, (1977) con sede a Locri e nella quale ricoprì, fino al giorno della sua morte,
la carica di Direttore. Successivamente, organizzò assieme al prof. Antonimi un Convegno di tre giorni, tenutosi presso l’Ospedale di Gerace e l’Hotel President di Siderno e al quale presero parte anche trenta medici del-la Scuola Superiore di Geriatria e Gerontologia di Firenze che, nella giornata conclusiva, discussero le loro tesi di specializzazione.
Fu Socio fondatore e docente dell’Università della Calabria (U.T.E.C.) con sede in Reggio Ca-labria. Il 7 ottobre 1984, a Reggio Calabria, in occasione del viaggio pastorale in Calabria di Giovanni Paolo II, consegnò personalmente nelle mani del Pontefice la Lettera “L’anima cristiana della Cala-bria”, scritta da lui, miniata dal prof. Gaudio Incorpora e acquerellata dal pittore Domenico Savica. Dal 1985 fino alla sua prematura scomparsa, avvenuta per l’improvvisa comparsa di un male incurabile che in quaranta giorni pose fine alla sua breve ma intensa vita, fu professore a contratto presso la Scuola di Specializzazione in Geriatria e Gerontologia dell’Università di Pavia. Nel 1986 fondò, l’ “A.R.S.I.O.S. - Associazione per la Ricerca Scientifica , l’Individuazione e l’Organizzazione di Strutture nel campo socio-sanitario e scolastico” con sede in Locri e il 21 novembre dello stesso anno, assieme ad un nutrito e qualificato gruppo di amici, professionisti, studiosi e ri-cercatori della Locride, diede vita, nello studio del notaio Polifroni di Locri, all’ “UTE-TL - Universi-tà della Terza Età e del Tempo Libero” di Locri Siderno (era un fervente sostenitore della conurbazione delle due importanti cittadine ioniche). Il 22 dicembre successivo, presso l’Hotel Presidente di Siderno, si tenne la cerimonia di inaugurazione del 1° anno accademico. Di entrambe le associazioni ricoprì la carica di Presidente fino al giorno della sua morte. Svolse attività di docente presso la Scuola di Servizio Sociale “Mons. Ferro” di Reggio Calabria, la Scuola Superiore di Servizio Sociale della Locride, la Scuola Infermieri Professionali di Locri, l’Università della Terza Età di Cosenza, l’Università della Terza Età e del Tempo Libero di Locri Siderno (UTE-TL). Redasse un importante progetto per la realizzazione di un grande Centro per anziani in Sardegna, dove si recò più volte per discutere con gli amministratori locali e regionali, ma che la morte gli impe-dì di portare a termine, così come avvenne per Catanzaro, dove aveva avuto incarico dal Comune di stendere un progetto per il recupero ed il rilancio del vecchio Ospizio di via Acri.
Alla sua morte versarono parole di profondo dolore e compianto giornalisti, critici letterari, studiosi e amici tra i quali Salvatore Santagata, Walter Pedullà, Isabella Loschiavo, Sharo Gambino, Giuseppe Punturi, Ugo Verzì Borgese e Carmine Bruno. Numerose furono e sono le tavole rotonde organizzate per ricordare la sua figura di geriatra e di studioso, attento ricercatore e sensibile scrittore. A chiusura di un editoriale di “Acta gerontologica”, dal titolo “Salvatore Gemelli (1939-1988): una vita per la geriatria”, il prof. Pietro De Nicola, Direttore della Scuola di Specializzazione in Geriatria e Gerontologia dell’Università di Pavia, così scrisse: “Questo si può veramente dire di Salvatore Gemelli, che ha dedicato la sua purtroppo breve vita a perseguire, con tenacia e con succes-so, obiettivi che ad altri sarebbero apparsi irraggiungibili. Alle tradizioni della Magna Gre-cia (anche Gemelli ne era partecipe a pieno diritto) si potrebbero ispirare appunto queste pa-role di Eraclito: Chi non si aspetta l’inaspettabile non lo raggiungerà mai. Come a Venezia viene assegnato ogni anno il premio “una vita per la musica”, così anche a Salvatore Gemelli spetterebbe il riconoscimento “una vita per la geriatria”, anche come ringraziamento da parte dei geriatri e dei gerontologi di tutto il mondo per tutto quello che ha fatto e quello che sicuramente avrebbe potuto fare in futuro con il nome di Gerace nel cuore, quasi un emblema per tutte le iniziative finora realizzate, e che - ci auguriamo - conti-nueranno ad essere intraprese nel Suo ricordo.”